Continua la rassegna Pagine d’Autore, ideata da Cic El Canfin di Baricetta e organizzata in collaborazione con il Presidio del Libro e libreria Libri Appesi.
Protagonista della terza serata, che si terrà venerdì 21 marzo alle ore 20.45, sarà Gigliola Alvisi, che sotto la guida di Alberto Garbellini, presenterà il suo libro A spasso con Dory. Diario di una Cargiver, presso la biblioteca di Baricetta.

Di cosa parla il libro di Gigliola Alvisi
Una madre da sempre impegnativa e umorale, sembra peggiorare con l’età finché arriva la diagnosi di Sindrome di Alzheimer. La figlia che si prende cura di lei deve lottare per lei, ma soprattutto contro di lei che è inconsapevole della propria condizione. Deve affrontare i problemi pratici di accudimento e protezione, ma anche la rabbia e la frustrazione per tutte le questioni ancora irrisolte, per i torti taciuti, per le verità mai rivendicate. Da appassionata e professionista della parola, faticherà moltissimo ad accettare che quelle della madre perdano di significato e di senso. Lentamente sparisce il passato e il futuro viene dimenticato l’attimo dopo essere stato pensato. Vale solo l’adesso e il qui, in un mondo che si restringe ogni giorno di più.
Quando capirà come far pace con lei e con il passato, un’ennesima evoluzione della malattia spariglierà di nuovo le carte.
Chi è la scrittrice Gigliola Alvisi
Nata a Vicenza, vive ora in provincia di Padova. E’ autrice di albi illustrati, storie per bambini e romanzi per ragazzi, di cui molti sono stati premiati e tradotti all’estero. Dal romanzo “La bambina con la valigia”, che racconta la vicenda dell’esule Egea Haffner, è stato tratto un film andato in onda su Rai Uno il 10 febbraio 2025. Passa metà dell’anno a scrivere, chiusa nel suo studio, e l’altra metà in giro per le scuole, le biblioteche e i festival di tutta Italia per incontrare i giovani lettori.
Perché un romanzo sull’Alzheimer
Sono un’autrice di romanzi per bambini e ragazzi. Questo testo è la mia prima incursione nel mondo autobiografico. Quando ho cominciato a narrare su Facebook le “Avventure di Dory” mi sono accorta che la scrittura mi permetteva un distacco che diventava ironia e levità. Ho capito che si poteva e si doveva sorridere dei cortocircuiti comunicativi, dei nonsense e delle situazioni imbarazzanti che si vengono a creare con i malati. Sorriderne è l’unica salvezza possibile.
Sono stata invitata più volte dalla psicologa del gruppo di aiuto per i familiari che ho frequentato per mesi, a leggere i miei post in pubblico durante le giornate di sensibilizzazione della malattia: ho visto con sorpresa quanto i presenti si divertissero a vedere quelle che erano anche le loro disavventure sotto una luce diversa e quanto si sentissero rassicurati sul loro futuro di cargiver. L’aspettativa media di vita si è allungata ma moltissimi anziani progressivamente perdono memoria, consapevolezza di sé e del mondo, autonomia e funzioni vitali.
Accanto a loro ci sono i familiari, che improvvisamente si ritrovano a dover far fronte a un’emergenza che li accompagnerà per molti anni: una condizione fluida e in continuo cambiamento che assorbe tempo, energie vitali ed economiche, e che obbliga a “ri-scrivere” il proprio rapporto affettivo con il malato.
Più in generale questo è un romanzo sull’impegno preso fin da bambina di diventare una brava persona malgrado una cattiva madre, e questa condizione credo sia ben più frequente di diventare caregiver di un malato di Alzheimer.
